ROMAGNANO AL MONTE

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ROMAGNANO AL MONTE

Il Paese delle case parlanti

 Il borgo di Romagnano al monte si trova in una posizione impervia, vedetta dell’area geografica circostante, arroccato su un picco collinare a 650 metri dal livello del mare, sul confine tra Campania e Basilicata. Grazie alla sua posizione in passato era un posto strategico, a guardia della vallata dove scorrono i fiumi Bianco e Platano a confluenza del fiume Nero. Il nome del paese fa intuire le sue origini latine. In epoca tardo romana la zona faceva parte dell’ “ager Volceianus” ed era comunemente indicata come “fundus Romanianus”, probabilmente appartenente ad una famiglia di patrizi detta “Romanius”. Il nome fu abbreviato in “Romagnano” e solo dopo l’Unità d’Italia si aggiunse “al monte” per distinguerlo dall’altro sito, in provincia di Novara. Le prime testimonianze scritte risalgono al 1167, epoca in cui il feudo rientrava nei possedimenti di Roberto Quaglietta; nei secoli successivi passò nelle mani di numerosi signori: Alfonso D’Aragona, Pietro de Alagno, Petricone Caracciolo, i Ligni. Dal 1811 al 1860 Romagnano fece parte del circondario di Buccino, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie.

Dal 1860 al 1927, il paese, chiamato ora Romagnano al Monte, durante il Regno d’Italia fu inserito nel mandamento di Buccino, appartenente al Circondario di Campagna. L’antico abitato di Romagnano al Monte è stato completamente distrutto dall’evento sismico del 23 novembre 1980 e, per questo, abbandonato e ricostruito poco distante in località Ariola. Prima del terremoto Romagnano a differenza degli altri borghi del sud Italia, non si stava spopolando, ma ripopolando e questo ci rammarica ancora di più.

Diversi sono stati i tentativi delle autorità locali di dare animo e vita nuova a questo paese che rischia una silenziosa fine. Non trascorrerà molto tempo che le case di questo luogo, di una bellezza unica e impareggiabile, saranno popolate solo da fantasmi del passato e la gente resterà residua superstite di un tempo senza futuro. Prima che questo avvenga, prima che la memoria del passato scompaia del tutto, desidero perpetuare il ricordo storico storico di questo paese degno di essere trasmesso ai posteri, soprattutto ai giovani (fortemente tentati di allontanarsi dalla propria terra, senza ricordi e senza speranza) affinché le memorie del passato siano loro di insegnamento e li aiutino a costruire il futuro senza disperdersi nella confusione del presente. Sono convinto che l’uomo, per realizzare i

suoi sogni, debba partire dalla conoscenza della tradizione, dalla difesa della memoria, dalla conservazione dei sentimenti che lo legano al suo passato. Tale è il senso di questo luogo che diventa un libro alla scoperta di un paese che scompare, degno di essere salvato in nome della “memoria”.                                                                                                            Salvatore Monetti

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Categoria STORIA e FILOSOFIA