La silloge “Nel sogno immersa e appagata” è un viaggio nei ricordi, un
sogno fuori dal tempo che scorre. È il luogo dove i sentimenti trovano
il coraggio di divenire parola. Un abbraccio di emozioni che indossano
un abito nuovo e si rivestono di poesia. La poetessa filtra i suoi versi
in una delicata narrazione poetica del suo viaggio in Lucania di cui
conserva ancora il ricordo con quella sequenza pittorica di grande
respiro emotivo pregna di realismo esasperante. Altrettanto reali sono
la nebbia che mangia l’aria “Inghiotte l’uomo della città e lei /Lei, che voleva restar sola…”
e il Po che guarda e sorride ai destini degli uomini che come fiumi
scorrono veloci, attraversando mille difficoltà e ricordi amari. I 55
giorni del sequestro Moro rappresentano uno spartiacque nella storia
d’Italia e nella storia di tante persone che vissero con dolore e
apprensione quelle settimane drammatiche e confuse. La poetessa
restituisce tra poesia e immagini i tormenti di un’anima messa
violentemente a confronto con il proprio destino. Tra scoraggiamento e
speranza penetra nello sguardo interiore del prigioniero Moro, per
restituirci il suo messaggio e per non dimenticare. infine “Il libro
degli Adii” e “L’angolo della nostalgia” ci regalano il respiro di altri
giorni in un silenzio ornato di voci assenti, ma reali e immortali nei
versi carichi di forza comunicativa che costituiscono un inevitabile
specchio in cui guardarsi, in cui esser costretti a fare i conti con la
propria vita. I versi si muovono tra figure lasciate in lontane
primavere e le parole rincorrono ricordi per fissarli, come per dare
fondamenta alla fragile condizione umana, nei “suoi passi fermi /nei
campi di terra smossa/ove la sinfonia dell’autunno/danza e più viva
s’effonde./…stupendo sogno/d’un malinconico novembre /da questo viso
scorre /in veste d’infreddolite lacrime.
