Via Modesta Valenti è una via fittizia della capitale che, sebbene non
esista fisicamente, consente a tutte le persone senza fissa dimora di
eleggerla come propria residenza per accedere a servizi e diritti.
Modesta Valenti era una barbona di 71 anni, morta il 31 gennaio del 1983
a Stazione Termini, lasciata morire perché i soccorritori, schifati dal
suo odore e dai suoi parassiti, non la caricarono sul mezzo di
soccorso. Nelle Parole perdute di Via Modesta Valenti prosa e poesia si
fondono in un unico corpo e concepiscono questo prosimetro di taglio
sociale, esclusivamente per dare voce a chi non ne ha. Anche la città
eterna si mette a nudo, dimentica la sua immagine da cartolina e ci
mostra la sua faccia spossata, martoriata dal disagio, dal razzismo, dai
politici e dal malaffare. Momenti d’abbandono, di drammatica
quotidianità e di fratellanza si alternano a vivide descrizioni poetiche
dell’ambiente circostante, dei costumi e di situazioni bizzarre e
picaresche. Racconti fantastici, resoconti della dura vita dei randagi,
miti e leggende, aforismi e mottetti perentori fanno da cornice
all’intera opera, con l’unico intento di ridestare una sensibilità umana
ormai intorpidita.