La nostra vita è una perenne attesa. Aspettiamo di crescere, di
diventare grandi, di realizzare progetti, di coronare i nostri sogni, di
incontrare la persona giusta, di avere un figlio, di vincere una
lotteria e così via. A volte queste attese si concretizzano, altre volte
no, altre volte solo alcune. Bisogna saper aspettare, non bisogna aver
fretta, ci vuole pazienza. Trascorriamo molto tempo aspettando in banca,
al supermercato, in coda con l’automobile, nelle sale d’attesa di
stazioni, aeroporti, di studi medici e in tanti luoghi e occasioni
disparate. Affermava Cesare Pavese: ”Aspettare è ancora un’occupazione.
E’ non aspettare niente che è terribile”. E’ vero, l’attesa comunque ci
proietta verso il futuro, ci fa sperare magari in un cambiamento, in una
condizione forse migliore di vita. I tempi dell’attesa possono essere
brevi, lunghi, possono durare quasi un’eternità come per Florentino
Ariza, il protagonista del romanzo di Gabriel Garcia Màrques ”L’amore ai
tempi del colera”, che realizza il suo sogno d’amore per Fermina dopo
cinquantatrè anni e più, grazie alla sua perseveranza. Calza a pennello
quanto dice Vittorio Sgarbi: “L’amore in sostanza tra un uomo e una
donna non si basa su chi insegue e chi fugge ma su chi sa aspettare”.
Tale capacità - ci suggerisce Papa Francesco - “probabilmente è una
delle cose più importanti che dobbiamo imparare”. Non accelerare i
tempi, lasciar “maturare” le cose. Quante volte per la fretta si fanno
guai cui non si può porre rimedio. L’attesa, a volte, è snervante, ci fa
stare in uno stato di “sospensione” come è successo in questi mesi di
“lockdown” a causa della pandemia. Abbiamo vissuto una situazione che
non avremmo mai immaginato, nell’attesa che tutto finisse quanto prima e
nel migliore dei modi. Le poesie di questa raccolta sono nate in
questi mesi di isolamento forzato, animati però dalla speranza che tutto
si sarebbe risolto e che saremmo tornati rafforzati e migliorati con
tanta voglia di costruire un futuro più responsabile, senza altri errori
a discapito del nostro pianeta e della umanità intera. Gigliola di Luccio