I MIEI PRIMI SESSANT'ANNI

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Charlie Chaplin ha definito la poesia come una lettera d’amore indirizzata al mondo. Un amore che sgorga dalle ansie e le aspettative del poeta e lasciata allo sguardo indifferente, talvolta asciutto, da chi entra a fatica tra le sensibili pieghe dei versi. Le poesie di Rosa Ruggiero, immediate e schiette, sono lettere d’amore al  mondo; un’intimità in cui,  con garbo e gentilezza, c’invita a entrare senza filtri e senza convenzioni. Parole che giungono a pioggia  condividendo, con il lettore, la felicità delle piccole cose a cui, ricorda Rosa, l’uomo non può anteporre una vita sofisticata, permeata di falsità e menzogna.  È la felicità,  semplice e schietta, come una preghiera che apre la strada alla serenità, all’apprezzamento della vita intorno alla quale ruota la famiglia, con le sue tradizioni e divergenze generazionali, ma pur sempre un rifugio dove la fatica dei lavori domestici è paragonata al sofferto desiderio della mente di poetare. I versi di Rosa Ruggiero divengono un elastico, di semplice e immediata lettura, che molleggia tra le aspettative per il futuro dei figli, alla  melanconia del pensionamento che trascina dietro di se una vita di fatiche e d’affanni. Nel continuo alternarsi di gioie e dolori si ricade nell’inevitabile abbraccio della morte che Rosa, con versi  armoniosi, non rende colpevole della perdita degli affetti più cari, guardandola con gli occhi coraggiosi di un padre silenzioso o con l’ultima stretta di mano di una madre forte e rassicurante fino al divenire d’un trapasso come stato privilegiato degli spiriti posti in cielo per sorvegliare ciò che è stato lasciato sulla terra. Rosa Ruggiero tesse i suoi veli di ricordi e speranze arricchendo la silloge di parole e rime ricamate con il dialetto della sua terra affinché tutto tenda alla chiarezza assoluta, in completa opposizione all’ermetismo confezionato dagli animi imprigionati da spire d’un immenso e incomprensibile dolore. La poesia di Rosa Ruggiero è un canto alla speranza, al desiderio di sognare un mondo più onesto, dove gli uomini possano tendere al bene. Un mondo più puro, come lo definisce ella stessa tra le righe della sua scrittura. Una purezza che richiama momenti d’amore, a cui mai si vorrebbe rinunciare, come collante fondamentale di un’esistenza piena e soddisfacente dalla quale guardare gli avvenimenti del mondo come gli omaggi che Rosa tributa agli artisti del nostro tempo e a quelli che furono i suoi miti materializzandoli nella gioia di un berretto firmato e nel monito profetico di una canzone: “Attenti al Lupo”.



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Categoria POESIA