FRA QUEI SASSI STUPITI

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Pier Paolo Pasolini avrebbe compiuto cento anni in questo 2022. Poeta, scrittore, saggista, carismatico, intellettualmente fecondo, introverso, diretto nell’esprimere le proprie idee ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana del secondo Novecento. Alberto Moravia, il 5 novembre 1975, nell’orazione funebre pronunciò a Roma un discorso accorato che, anche nella commozione del momento, riuscì a sintetizzare con lucidità il significato profondo dell’opera pasoliniana e a rimarcare quanto l’Italia avesse perso con la sua morte:Abbiamo perso prima di tutto un poeta, e di poeti non ce ne sono tantissimi nel mondo ... ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo; quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno, come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro!” Sono trascorsi 47 anni da quel giorno e le parole di Moravia, intrise di verità, hanno ancora un senso, un significato nella realtà dei nostri giorni. La poetessa Carmen Togni, a distanza di quarantasette anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, con un valido e coraggioso contributo ha cercato di dare forma ai suoi pensieri, alle sue emozioni, riconoscendo l’importanza del poeta Pasolini che è stato ed è guida illuminante nel contesto letterario nazionale e internazionale. Questa silloge forse risulterà un piccolo contributo tra i tanti, ma quello che preme alla Togni è far conoscere, alle nuove generazioni e a chi non ha mai letto le opere di Pasolini, la grande sensibilità di un uomo che ha raccontato l’umanità in tutte le sue sfaccettature. La poetessa rivela l'attualità del pensiero dell’intellettuale, il carattere profetico, e la sua voce diventa a tratti l’eco di quella del Poeta, perché rivelatrice della coscienza amara di drammi presagiti: infatti è come se la poetessa avesse istaurato una sorta di dialogo spirituale con Pasolini, dando ad esso corpo e concretezza attraverso le sue liriche. Carmen Togni peregrinando “Fra quei sassi stupiti” è rimasta affascinata dal patrimonio storico, artistico, architettonico e antropologico della città dei Sassi, città che Pasolini scelse rendendola protagonista di una storia universale: “Il Vangelo secondo Matteo”, un film che più di ogni altro ha fatto conoscere la Basilicata nel mondo. Le liriche presenti nella silloge propongono al lettore una rivisitazione formativa per la consapevolezza dell’oggi, di quel mondo, di quel periodo, di quello specifico sentire malinconico, triste, solitario, in un’alternanza sinergetica di alterità, come variopinte tessere di mosaico; offrono una visione completa della personalità del pensiero e della poliedrica cultura di Pasolini che ha accompagnato lo studio di una società in trasformazione. Carmen Togni in questa silloge ha indagato sui drammi dell’esistenza umana e li ha consegnati al lettore in voce poetica.   Salvatore Monetti
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Categoria POESIA