Un amico mi fece arrivare la foto che qui appare perché sapeva che da
sempre scrivo poesie. In quell’attimo e solo in quell’attimo mi sono
ricordata di aver scritto in passato un poemetto dedicato a Giovanni
Pascoli. Solo in quel momento decisi che forse valeva la pena di farlo
conoscere. Riporterò le parole scritte nel 2013, che rileggo ancora una
volta, stupita di aver ritrovato tutto ciò. Bene ha fatto quella persona
a mandarmi la foto, la poesia si cela in ogni luogo e tempo, basta
saperla riconoscere, basta saperla leggere in ogni cosa che vediamo o
incontriamo, un albero, un sasso, una corteccia, il riso di un bimbo, di
una persona che incontriamo, un paio d’occhi azzurri o neri, il volto
di un animale, anche la coda di un cavallo, di un cane, di un gatto. Un
gatto rosso che poessedevo all’età di dodici anni quando iniziai a
scrivere poesie e racconti e che conservo tutt’ora in alcuni “caro
diario”. Quel gatto mi osservava e con quei suoi occhi mi parlava e io
capivo il suo linguaggio. Purtroppo la poesia che mi aveva ispirato è
andata perduta, rimane dentro di me il suo sguardo di tantissimi anni
fa. Proporrò poi una poesia che scrissi allora e quindi inedita, come le
altre seguiranno. Alcune scritte poco tempo fa. Ne seguirà una
pubblicata nel 1990 nel libro: I RADI UCCELLI DELLA FELICITA’. Vado
spesso a visitare centri storici, castelli e varie mura antiche.
Osservo le pietre e anche le pietre hanno il loro linguaggio. Incontro
spesso fiori e anche loro mi parlano. Carmen Togni