ANIMA NUDA Poesie

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La presente silloge dal titolo Anima nuda raccoglie e sintetizza il mondo poetico di Igea Arnao, poetessa siciliana, “panormita” per l’esattezza, da sempre innamorata dei profumi e dei colori della sua terra. In quest’opera la poetessa esprime la sua pro­fonda ricchezza spirituale accogliendo in un abbraccio intenso e visionario le numerose suggestioni in lei provenienti dalla contemplazione della Natura e dall’attitudine al sogno e all’immaginazione.

Nella poesia di Igea Arnao è possibile cogliere la presenza di un’ampia e variegata simbologia che costituisce la più auten­tica cifra estetica ed esistenziale dell’artista.

In questo contesto svolge un ruolo particolarmente rilevante la danza, ancestrale forma d’arte del corpo e dello spirito, che, oltre ad essere un dato esperienziale nella vita della poetessa, è anche e soprattutto una metafora atta ad esprimere il senso più profondo del fare poetico di Igea Arnao. La poesia, infatti, si può considerare una sorta di “danza di parole” su un foglio bianco che gradatamente si anima. E ciò avviene anche grazie ad una struttura grafica originale (cfr. Tra le pieghe; E guardo il mare), in cui la parola, inseguendo le molteplici forme del-l’anima, si fa essa stessa danza e musica. In un senso più ampio, poi, il tema della danza si presta, nella poesia di Igea Arnao, a suggerire l’idea di un’inesausta tensione verso il di­vino e l’assoluto, non rinnegando, anzi valorizzando, i senti­menti e le emozioni del vissuto quotidiano.

Altra metafora ricca di sfumature nella poesia di I. A. è il mare che, con il suo mistero insondabile e inesauribile, con la “danza” delle sue onde, ora benigne e carezzevoli, ora minac­ciose e inquietanti, diventa anch’esso metafora delle profondità imper-scrutabili dell’anima.

Numerose sono le realtà naturali che, sin dai tempi più remoti, valgono ad esprimere la realtà impalpabile e spirituale dell’ani-ma; tra queste svolge un ruolo privilegiato la farfalla che, non a caso, è simbolo particolarmente significativo nella poesia di Igea Arnao. Altra simbologia è quella legata ai fiori: la rosa, il gelsomino, il mandorlo, il garofano, il papavero, la pomelia: ognuno con il suo patrimonio simbolico viene accolto in ma-niera quasi religiosa dalla poetessa, che restituisce loro un si-gnificato nobile e immortale.

Sul piano stilistico, la poesia di I. A. rivela la ricezione della lezione dei grandi Maestri del Novecento, soprattutto di Unga­retti e di Quasimodo. In particolare, alla ricerca ungarettiana della parola scavata nella vita come “abisso” (cfr. Commiato, ne Il porto sepolto) si collega la scelta dell’autrice di un lin­guaggio poetico essenziale, che spesso (come in Ungaretti) elimina la punteggiatura per far emergere la musicalità e la forza incisiva del messaggio. Un messaggio che, anche quando rievoca drammatici episodi di cronaca o esperienze dolorose, non rinuncia mai alla limpidezza dell’espressione e al nitore della forma, tratti tipici di una calviniana “leggerezza” che nei versi di Igea coincide con la ricerca della verità delle cose.

Per queste e altre vie la poesia di Igea Arnao ci trasporta, come in sogno, in un mondo fatto di incanto e di riflessione; inquie­tudine e speranza. La poesia di I. A. emoziona regalando mo­menti di profonda introspezione; scandaglia l’animo umano, lo scruta e lo “denuda”. La poesia di Igea è, nella sua più pro­fonda essenza, “anima nuda”.

                             Maria Serena Lo Piccolo

 Docente di Lettere Classiche al Liceo Classico e Critico lettera­rio


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Categoria POESIA