ALLA FINE DELLE PAGINE SCRITTE
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Esiste in ogni essere vivente un luogo “divino” che si chiama Anima,
laddove tutto quello che annovera si incide in modo profondo,
indelebile, per sempre. Parole, azioni e idee sono scolpite per
l’eternità. Elisa ha bussato alla porta dell’Anima, spogliandosi delle
bugie, si è presentata vestita solo di sé ma con gran desiderio si è
spinta a ricercare, al di là dei veli e degli schemi, la sua identità,
fornendoci una nuova meta non solo della propria poesia, ma di se stessa
poeta: la scrivente solitaria ha tracciato su un foglio bianco
quell’amore racchiuso in una piega del passato ma resta per chi l’ha
vissuto ine-splicabile. Sarà la poesia a parlare in lei e per lei a
inondarla e sedurla al ruolo di oracolo, ascoltando e decifrando nel suo
ra-pido mancare la nitida violenza dei suoi versi “Amore fatto di
nulla, senza radici, senza un appiglio come quel quadro che sembra stia
cadendo, che mal si regge eppure non barcolla”. Come una sbieca
luce che va annotata in parole prima che svanisca, in silenzio, lotta
contro il proprio “io” che minaccia in un assedio quotidiano la sua
essenza in una vorticosa molteplicità di maschere, di personificazioni,
di finzioni, ma lei con la sua scelta di solitudine consacrata alla
poesia, coltiva “Il sogno, quel magico incanto, di un mondo sepolto e
lontano, nel bagliore delle stelle e di ciò è disperso nel tempo… Nel
vortice assoluto dell’immenso”; offrendo un messaggio che suoni intimo, diretto, profondo e così “rinascere dalle ceneri non co-me terra bruciata ma come sangue rinnovato”.
Oggi, la su Anima posseduta dal potere della lingua, affida la
funzione primaria di garante e testimone del nascere una nuova vita “E
infine non importa quanti calci ho avuto, quanti baci, quanti veleni mi
sono stati offerti, quanti salve, quanti silenzi. Non importa affatto,
non importa affatto. . .”.
Categoria POESIA