SOGGIORNI A POSITANO

  Si raggiunge Positano con un picco­lo piroscafo (1925)

 Non significa niente che Positano si trova sulla strada fra Sorrento e Amalfi; non vuol dire anche niente che auto stracariche attraversano il luogo. Gli occupanti non lo vedono, forse non c'è neppure quando essi lo attraversano. C'è seriamente da du­bitare se esso fa parte della geografia. Se comunque per un errore imperdo­nabile è entrato a farne parte, gli mancano per sua natura i  riferimen­ti coi gradi di longitudine e latitudi­ne, con le città ed i villaggi, che in tutto il resto del mondo comunicano fra di loro.

Si raggiunge Positano con un piccolo piroscafo, che, strappato dalla spiaggia di Napoli, viene sbattuto due volte alla settimana in queste acque. Ammesso che lo raggiunga […]

SIEGFRIED KRACAUER, Felsenwahn in Positano, in: Frankfurter Zeitung, 20 otto. 1925. Traduzione di A. Proto

 Il paesaggio verticale: Positano

 « …Positano tocca l’animo in profondità. E’ un posto di sogno che non è mai del tutto reale finché ci stai e che diventa animatamente vivo quando te ne sei andato. Le sue case sono costruite su una collina così ripida che sarebbe un precipizio se non ci fossero state intagliate delle scale. lo credo che le fondamenta delle case, di solito verticali, a Positano siano orizzontali. Il piccolo golfo sinuoso dall’acqua incredibilmente azzurra e verde bagna lievemente una spiaggia di piccoli ciottoli. C’è una sola stradina stretta, che non scende fino all’acqua.

Tutto il resto è a gradini, talvolta ripidi come quelli di una scala a pioli. Per andare a fare visita ad un amico non si cammina, ci si arrampica o si ruzzola». Così scriveva John Steinbeck su -Harper’s Bazaar- del 1953. Forse per questa sua particolare caratteristica Positano è stata e continua ad essere sede ideale per pittori, musicisti, artisti e letterati.

Paradiso innanzitutto per i pittori: il napoletano Caprile, il tedesco Richard Oelze, Picasso, Carrà, agli inizi degli anni ‘50 Guttuso, tanto per citarne qualcuno. Comunque anche gli scrittori hanno avuto il loro peso a Positano:

Siegfried Kracauer, J ohn Steinbeck, Alberto Moravia, Stefan Andres, Corrado Alvaro, Dino Buzzati.

E Positano come ha reagito? Nel modo più semplice, ma anche in maniera meravigliosa: negando a nessuno il suo charme, la sua tenerezza, il suo romanticismo, i suoi orizzonti, i suoi crepuscoli da favola, il suo mare terso, le sue montagne immacolate e protettive.

Una volta il borgo marinaro di Positano era uno degli insediamenti più antichi della costa. Sulla spiaggia del paese, infatti, sono tuttora visibili i resti di una villa romana del I sec. d. C., appartenente al ricco liberto Posides Spado, dal quale deriverebbe, secondo la moderna storiografia, il toponimo Positano. Notevole importanza per la vita ecclesiastica del territorio assume, nel corso del Medioevo, il monastero benedettino di S. Maria e S. Vito.

Positano non ha mai perso il suo tono. Da semplice borgo marinaro come da celebrata località di villeggiatura è stata e continua ad essere «un’atmosfera», specie quando la luna deraglia dietro le

  rocce e le luci rimangono sospese nel buio.  (Luca Vespoli)

 DIETER RICHTER, ALLA RICERCA DEL SUD, tre secoli di viaggi ad Amalfi nell’immaginario europeo. Firenze, La Nuova Italia, 1989. Pag. 233

 

Dal Libro: COSTIERA AMALFITANA La Nostalgia di un Sogno VOLUME II, Salvatore Monetti, 2021