LE TORRI DI AVVISTAMENTO IN COSTIERA AMALFITANA

LE TORRI DI AVVISTAMENTO

IN COSTIERA AMALFITANA

Solcando la costiera via mare la prima emozione che prova il viaggiatore è di meraviglia.  Sulla costa a strapiombo sul mare cristallino ed azzurro si notano una sontuosa macchia mediterranea, minuscole insenature di sabbia dorata, baie con grotte dalle acque profonde; alzando lo sguardo, tra le rocce si scoprono le arcaiche sentinelle del mare, le torri di avvistamento. Lasciandosi andare con l’immaginazione sembra di sentire ancora lo sciabordio dei remi degli antichi velieri saraceni che giungono dall’orizzonte, alla loro vista sulle torri di avvistamento si accendevano grandi falò che si rispondevano l’un l’altro avvisando la popolazione prima che i saraceni sbarcassero. Le donne scappavano sulle colline con gli anziani e i bambini, mentre gli uomini si preparavano alla difesa. Tra i vicoli degli antichi borghi echeggiava un solo grido “Mamma li turchi”.

Ma non sempre i fuochi e le torri hanno evitato sbarchi e saccheggi.

A memoria d’uomo si ricordano alcune famose stragi, come quella di Conca dei Marini nel giugno del 1543: cinque navi turche guidate dal terribile Barbarossa, capo della flotta musulmana di Solimano II, distrussero l’intero villaggio. Anche Cetara dovette pagare un prezzo alto per l’invasione del 1534, dove oltre trecento cittadini furono catturati e torturati.

Le continue incursioni e razzie subite da parte dei Turchi costrinsero il viceré di Napoli don Pedro di Toledo alla costruzione su larga scala di torri di avvistamento, in modo che tutte le coste del vicereame spagnolo ne fossero munite; infatti gli editti del Regno di Napoli prevedevano una torre ogni 4-5000 passi al massimo. Tra Vietri sul Mare e Positano si contano circa 30 baluardi edificati in periodi differenti. Con il fumo e i fuochi e mediante codici ben definiti si inviavano messaggi, un metodo così rapido ed efficace permetteva di allertare oltre le torri dispiegate sulla costa anche i centri dell’entroterra.

Le incursioni saracene furono un vero e proprio flagello storico, più feroce della calata dei Barbari, dall’epoca bizantina fin sotto il dominio degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi, dei viceré spagnoli.

Dopo il 1808, anno in cui terminò la dominazione spagnola, la guerra continuò fino al 1830 quando fu organizzata una colossale spedizione punitiva contro Algeri che mise fine alle scorrerie saracene, definitivamente. Le Torri vicereali continuarono ad assolvere bisogni secondari, come il cordone sanitario in tempi di epidemia e di barriera daziaria. Nel 1866, con un decreto regio emesso da Vittorio Emanuele II, ne fu decisa la dismissione e la vendita all’asta.

Dal Libro: COSTIERA AMALFITANA La Nostalgia di un Sogno VOLUME I, Salvatore Monetti, 2021