LAUDOMIA BONANNI
Riscoprire Laudomia Bonanni, la prima scrittrice a vincere il Bagutta nel 1950
Dopo molti premi e riconoscimenti, nel 1982, contrariata per l'insuccesso del suo ultimo romanzo, decise di non scrivere più, oggi la casa editrice Cliquot ha ripubblicato due sue opere.
Scrittrice per oltre quarant’anni, Laudomia Bonanni, il nome le viene da un romanzo di Massimo d’Azeglio, Niccolò de’Lapi che piaceva tanto a sua madre. E poi, dopo premi e riconoscimenti, ha deciso di tacere. Un'altra voce femminile del secondo Novecento che si è spenta. Eppure ne aveva fatta di strada. Nel 1950 ha vinto il Bagutta Opera Prima, prima donna in Italia, con il libro di racconti Il fosso, Montale ne parlò entusiasta sul Corriere d’Informazione. Poi è stata in gara per lo Strega nel 1960 con L’imputata, al Campiello nel 1964 con L’adultera, finalista allo Strega nel 1979 con Il bambino di pietra. La guerra, la società che cambia, il Fascismo e la Repubblica, ma lei era comunque una avanti con i temi e con la scrittura, sempre chiara, fulminante. Densa diceva, ma mai troppo carica. La definiva serrata. Senz'altro moderna.
Laudomia Bonanni: la vita
Era nata nel 1907 all’Aquila, diventata maestra, aveva iniziato a lavorare a 17 anni, andando a insegnare nei paesi di montagna dell’Abruzzo, ai figli di pastori non certo uguali ai signorini di città. Dagli anni ’30 ai’60 era diventata consulente del Tribunale dei minori e giudice laico, non era un magistrato, era una figura di collegamento, quello che oggi potrebbe essere un'assistente sociale. Un lavoro che l'ha portata dentro ambienti e problemi che trasferì con grande efficacia in molti dei suoi romanzi e racconti insieme alla descrizione fatta di profumi, odori, rumori, del paesaggio abruzzese, tra il mare che porta il vociare dei pescatori e il sole e le montagne aspre e deserte, dove le donne vanno silenziose, tra i campi e le cucine. Iniziò a scrivere molto presto, spinta dalla madre che aveva sempre creduto in lei. I temi erano quelli del momento, le donne che prendevano coscienza, nel male e nel bene, la maternità, i figli, i diritti dei minori, sempre però con uno sguardo avanti, mai ripiegato su sé stessa. Le sue parole avevano una risonanza, i lettori la seguivano.
Le droghe, il primo libro di Laudomia Bonanni
Poi il mondo editoriale era cambiato, valevano i salotti, le amicizie, gli intellettuali, lei trascurava le relazioni. Il suo editore era Valentino Bompiani, la casa editrice negli anni Settanta era passata da famigliare a manageriale. Le droghe uscì nel 1982, un titolo forte, anche se solo alla fine si parla di eroina, della disperazione delle vittime e dei famigliari, di rivolte e figli ribelli. Passò inosservato. Il romanzo successivo venne rifiutato anche da altre case editrici. E Laudomia, nonostante il carattere fiero e roccioso, provata da crisi depressive ricorrenti, all’età di 75 anni decise di smettere di scrivere libri e di collaborare con giornali e riviste. Allora ci voleva molto poco a scomparire. Il pubblico la dimenticò e la sua voce si spense. Se ne andò nel febbraio del 2002 a 95 anni.
I libri di Laudomia Bonanni tornano in libreria
Nel 2021 la casa editrice Cliquot ha ripubblicato Il bambino di pietra e quest’anno Le droghe. Ci aspettiamo altri titoli. Per ora, in questi due libri Laudomia ha ripreso a parlarci, con la sua voce nervosa, di due donne, Cassandra e Giulia, alle prese con le pressioni della società e degli uomini.
Il bambino di pietra
Un flusso di coscienza, un discorso continuo, Cassandra racconta, in un diario giornaliero , la sua vita e la storia della sua nevrosi. Una nevrosi tutta femminile. Laureata, emancipata, in preda a crisi d'ansia ricorrenti (l'autrice conosce bene come ci si sente), ha deciso vedere uno psicologo per capire l'origine dei mal di testa che la torturano. E il terapeuta le consiglia di scrivere ogni giorno, non tanto quello che succede, ma quello che sente o sente che deve raccontare. Cassandra, il nome non è scelto a caso, è l'annunciatrice della sua stessa sfortuna, scrive, indaga sui sentimenti, ricorda, mette insieme coincidenze e accadimenti, costruisce catene di associazioni. Parte alla larga: la femminilità, la sessualità, il piacere, l'amore. Temi caldi, il libro è del 1979. Poi scava inesorabile verso il fondo, il campo si restringe. Non ha avuto figli, non li ha voluti? Anche questo è uno stato d'animo che Laudomia conosce bene, non avendo voluto figli, come lei stessa ha ammesso. Sulla maternità negata si muove il racconto, su quel piccolo feto pietrificato che è rimasto dentro di lei, e che ora si fa sentire.
Fonte: https://www.elle.com/it/magazine/storie-di-donne/a43417446/laudomia-bonanni-scrittrice-libri/