IMMAGINE DELL'ANIMA
Volata sei, fuggita come una colomba
e ti sei persa là, verso oriente.
Ma son rimasti i luoghi che ti videro
e l'ore dei nostri incontri.
Ore deserte, luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
Nella mia casa
paterna ho ritrovato, su una delle tante pareti a scaffali colmi di volumi,
l'antologia in tre tomi di Poeti e prosatori italiani del mio liceo (Sansoni
1959): autore è Carmelo Cappuccio e tutte le pagine portano a matita le
annotazioni frutto delle mie letture di allora. In una delle ultime pagine
ritrovo questi versi malinconici di Vincenzo Cardarelli (1887-1959).
Trasparenti come sono, possono essere riletti da tutti coloro che in questo
mese, tradizionalmente riservato a molte celebrazioni nuziali, ricordano con
nostalgia la moglie o il marito che se ne sono già andati nella morte.
La colomba nel Cantico dei cantici è il simbolo dell'amore, mentre nella
tradizione cristiana diventa un'immagine dell'anima. Entrando in casa, oppure
ripercorrendo le strade della città, visitando i luoghi in cui si era insieme,
sembra quasi di essere davanti a un sepolcro ove è custodita la storia della
persona amata, volata via come una colomba. È sempre con emozione che i ricordi
affollano mente e cuore e spesso sono sorgente di dolcezza e non solo di
dolore. Nostalgia e serenità permangono, nonostante il vuoto della lontananza,
perché alla radice c'era un amore puro, autentico, generoso che intrideva e
irradiava tutta una vita, i luoghi e i tempi. Le coppie che ora si sposano
dovrebbero saper costruire proprio questa esperienza.