IL DOLORE

Il dolore rivela all'uomo i fondamenti del suo essere uomo: la propria fragilità, l'aver bisogno dell'altro, l'importanza dei legami e dei sentimenti, la bellezza di una condizione di bisogno e di dipendenza, la società intesa come gruppo di aiuto e strumento di sicurezza, il senso del divino e dell'assoluto, la bellezza della preghiera, la variabilità del tempo e il bisogno di fine e di sollievo che ha il sapore della rinascita, l'esigenza di una nuova gerarchia di cose.

 È vero: il dolore non è solo oscurità e desolazione; ha in sé una capacità rigeneratrice ed educatrice. Ti fa capire che non sei onnipotente, che hai bisogno dell'altro, che i legami sono importanti per stare in vita, che sentirsi curati fa ritrovare un filo dell'infanzia smarrita, che gli altri possono essere una protezione, che è liberatorio in quel momento pregare anche se apparentemente tu scagli a Dio un urlo disperato, che i valori - visti con la nuova prospettiva che ti dà il dolore - sono altri rispetto a quelli che avevi scelto quand'eri "benestante" e così via. Aveva ragione lo scrittore americano Saul Bellow quando nel romanzo Il re della pioggia affermava: «La sofferenza è forse l'unico mezzo valido per rompere il sonno dello spirito».