È molto più facile essere un eroe, che un galantuomo...

 “Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi; ma ad ogni istante abbiamo quella di non essere vili”.      


C’è sicuramente enfasi in questa frase, anche perché proviene da uno scrittore, il francese René Bazin (1853-1932), dai toni roboanti e tradizionalisti. Tuttavia è ben difficile dargli torto. L’eroismo ti è richiesto al massimo qualche volta nella vita e spesso è un atto compiuto senza tante riflessioni, sulla pulsione del momento, persino con una punta di incoscienza. Ciò che è, invece, ben più arduo è la fedeltà quotidiana ai propri impegni gravosi. Certo, ammiriamo chi in un impeto si getta in acqua per salvare una persona che sta per annegare e forse perde la sua stessa vita o almeno affronta un simile rischio. Ma dovremmo ancor più ammirare una madre che sacrifica goccia per goccia, minuto per minuto la sua esistenza per un figlio disabile.      
Pirandello nel suo dramma Il piacere dell’onestà metteva in bocca a un personaggio questa battuta: «È molto più facile essere un eroe, che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’essere sempre». È per questo che sottrarci a una responsabilità modesta e continua è una tentazione molto più forte che non quella di compiere un gesto eroico, unico ed esemplare. La viltà, purtroppo, è meno condannata, anche perché tutti abbiamo il desiderio di cavarcela col minor sforzo possibile, così da avere una vita quieta e senza impegno costante. E’ il coraggio del giorno dopo giorno che ci viene spesso a mancare, non quello dell’atto unico, solenne e irripetibile. Ed è per questo che Bazin coglie nel segno.