In ogni essere vivente esiste un luogo “divino” che si
chiama Anima, laddove tutto quello che annovera si incide in modo
profondo, indelebile, per sempre. Patrizia è penetrata nei meandri più
oscuri del proprio io, si è presentata nuda e reale, la sua ricerca è
andata Oltre, svelando la sua natura, non solo di donna, ma anche di
poeta: Patrizia ha tracciato su un foglio bianco quell’amore racchiuso
in una piega del passato che resterà per sempre evidente e vero. Sarà la
poesia a parlare in lei e per lei, perché “Scorre questa mia vita, come fiumana scorre, si porta via quel treno, colmo di desideri. Ma lascia dietro sé prati di margherite, lì sboccerà quel seme, che nuova vita insegue”. Ma non “utopie su rocce vetrose punte di diamanti taglienti come lame.” che minacciano
in un assedio quotidiano la sua essenza, che tra le stagioni della
vita, come un ciclo naturale, ritornano a lei, al suo desiderio, a
quell’inverno che presto scioglierà le sue nevi, e non sarà più
prigioniera, legata alle catene di un alfabeto di parole scritte alla
rinfusa, ma darà voce alla sua allegria, inseguendo nuovi sogni e nuove
mete, affidando alla sua Anima la funzione primaria di garante e
testimone del nascere di una nuova donna.